martedì 3 maggio 2016

Matteo Renzi e Denis Verdini

Cosenza c'è già il Partito della Nazione: candidato Carlo Guccione sindaco, con l'appoggio di Ala

Il Paradiso dello “strano amore” tra il Pd di Matteo Renzi e il partitino di Denis Verdini è il Sud. A Cosenza, ecco l’annuncio su twitter del segretario regionale dem Ernesto Magorno: “Il Pd unito punta su Carlo Guccione per il rilancio di Cosenza. #SvoltaCosenza”. Il candidato ha il sostegno anche di Ala, che da quelle parti è rappresentata da Giacomo Mancini, “Giacometto”, nipote dello storico e amato esponete del Psi “Giacomino” Mancini. Mancini jr, socialista qualche lustro fa poi assessore della giunta Scopelliti ora è l’uomo forte di Ala da quelle parti.
“Non stiamo né in maggioranza né all’opposizione” disse Verdini nel corso dell’incontro col Pd venerdì scorso. All’uscita è partito il via libera per consolidare l’asse a Napoli, dove Ala appoggerà la Valente, e a Cosenza. Dove – udite, udite – il candidato trovato non ha l’appoggio di Ncd che a Cosenza e in Calabria ha la sua roccaforte elettorale.
E allora occorre partire dall’inizio. Da quando il partito locale voleva le primarie e Luca Lotti, potente sottosegretario estrae il coniglio dal cilindro. Niente primarie, il nome è Lucio Presta, il manager del vip e marito di Paola Perego. L’idea, condivisa con Verdini, è costruita con Ignazio Abrignani già braccio destro di Scajola ora con Denis, che di Presta è amico. Succede un finimondo. Oltre all’ironia su un candidato più avvezzo alle acque delle Maldive che alla Sila, magari dopo una cena con Briatore a Cortina, ecco il problema politico. Ncd in Calabria conta, eccome. Esprime un potente sottosegretario allo Sviluppo, Tonino Gentile, un altro, Dorina Bianchi, alla Cultura. E un presidente di Commissione, Nino D’Ascola, alla Giustizia. Oltre che, in quelle zone, più voti del Pd. E così, Gentile decide di contarsi sull’avvocato Paolini, un centrista ora in quota scelta civica, attivo nella sanità privata, e che chiedeva le primarie. Spiegano i critici dentro il Pd: “Era ovvio. Noi non abbiamo aperto il confronto. E Gentile che fa? Una mossa politica. Si conta con un suo candidato a Cosenza a Crotone. Così costringe noi a trattare al secondo turno”.
Il primo atto finisce col ritiro di Presta, per motivi personali. Inizia il secondo, con gli stessi protagonisti del primo, ovvero Lotti e Verdini. Di fronte alla confusione più assoluta viene tirato in ballo pure Minniti, per introdurre un po’ di logica politica. La scelta cade con Guccione, consigliere del Pd che chiedeva pure lui le primarie, nella speranza di recuperare Ncd. Tentativo fallito. Spiega Gentile all’HuffPost: “In effetti dopo la vacuità della candidatura di Presta, il Pd si è trovato in enorme difficoltà ma non poteva certo scaricare le divisioni sui noi. Io ho apprezzato molto il comportamento di Minniti, ma era fuori tempo massimo. Noi eravamo già in campo col nostro candidato. E ora non c’è tempo per costruire un’ipotesi unitaria”. Da un lato Pd e Verdini, dall’altro Ncd.
(Da HuffPost)

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